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Musicoterapia



Tra le varie esperienze professionali che ho avuto la fortuna di fare, mi sono avvicinato allo studio della musico terapia.
Da qui ho affrontato un modo nuovo e parallelo di lavorare con la musica: quello di poter dare sollievo anche a persone con gravi problemi.

Premessa

Si perde nella notte dei tempi l’uso della musica e la coscienza del suo potere terapeutico sull’uomo. Musica, psicoterapia e medicina erano un tutto indifferenziato tra gli antichi.
Il racconto di Davide che curava la depressione di Re Saul con il suono della sua arpa è un esempio di effetto sedativo della musica tralasciatoci dalla storia.

Antichi papiri egizi di medicina risalenti circa al 1500 a.C., descrivono l’effetto terapeutico della musica sul corpo umano.
In diverse popolazioni primitive e in attuali popoli senza scrittura è nota la cura delle malattie attraverso suoni e canti da parte di sciamani e stregoni.
Riferimenti a una sorta di musicoterapia preventiva sono evidenti anche nella nostra tradizione se pensiamo al potere sedativo della Ninna-nanna o alle filastrocche per bambini.
La validità della musicoterapia riconosciuta dagli antichi ha visto un periodo di buio, forse soffocata dall’avvento della tecnologia, per poi riapparire agli inizi del novecento.

In Italia esperienze riabilitative e formative trovano i primi consensi intorno al 1970. Da questa data a oggi sono sorte moltissime scuole, la letteratura inizia a prendere corpo e soprattutto sta nascendo una certa coscienza in campo riabilitativo circa l’importanza dell’arte con tutte le sue potenzialità espressive, simboliche e comunicative.

Cos’è la musicoterapia ?
La musicoterapia è una disciplina scientifica che si occupa dello studio e della ricerca del complesso suono essere umano (suono musicale e non ) con l’obiettivo di ricercare elementi di diagnosi e metodi terapeutici. Dal punto di vista terapeutico, la musicoterapia è una disciplina paramedica che utilizza il suono, la musica e il movimento per provocare effetti regressivi e aprire canali di comunicazione, con l’obiettivo di attivare, per loro tramite, il processo di socializzazione e di inserimento sociale. (Rolando Benenzon)

La metodologia di lavoro prende le mosse dalla teoria di Rolando Benenzon; facendo riferimento quindi all’approccio relazionale integrato con l’approccio umanistico alla disabilità e arricchito delle ultime scoperte nel campo della comunicazione non verbale. Da questi riferimenti teorici ne è nata una metodologia di lavoro impostata sull’ incontro, e l’ accoglienza del disabile (concetto di prendersi cura della persona), nello stabilire una relazione attraverso il dialogo sonoro, mediata e sostenuta da mezzi comunicativi non verbali (approccio attivo agli strumenti musicali, approccio passivo, quella che viene definita musicoterapia recettiva, per mezzo di ascolti musicali e verbalizzazioni).

Questi anni di lavoro hanno contribuito ad avvalorare una serie di riflessioni intorno all’importanza della musicoterapia:
É un tipo di intervento che mira a favorire l’espressione del mondo interiore attraverso forme inusuali di comunicazione.
Favorisce l’incontro, lo scambio e può contribuire a progetti di integrazione (nel senso ampio del termine).
Lenisce alcune tensioni dovute a pulsioni affettive-relazionali e sessuali grazie al potere liberatorio dell'approccio diretto allo strumento (specie delle percussioni). Per alcuni diviene un contenitore simbolico di enorme importanza affettiva e socio-cognitiva.
É una indubbia fonte di stimolazione cognitiva che può scivolare
facilmente in attività più strutturate e di apprendimento alla musica.
La musica è comunque un’occasione culturale e sociale di rilevanza universale; è un linguaggio unico e condivisibile a tutti i livelli e in tutte le problematiche patologiche.
Diventare parte attiva di un processo musicale risveglia l’interesse, l’attenzione e la motivazione con ricadute positive anche nell’attività lavorativa, familiare e affettiva.

La ripresa video delle sedute permette l’osservazione e la discussione delle sedute in ambiti differenziati; facilitando la discussione e la valutazione dei progetti terapeutici durante incontri didattici di supervisione o semplicemente di natura informativa.

Il lavoro da fare è ancora molto. Si pensi, ad esempio, all’adattamento e all’ausilio musicale per le forme di plurihandicap o per gravi menomazioni ti tipo fisico, all’ingresso anche nel mondo musicale delle nuove tecnologie informatiche, sino alla definizione di protocolli di lavoro che fungano almeno da traccia ai cicli di sedute.
Un lavoro che riguarda l’ambito della ricerca e della divulgazione che richiederà ancora qualche anno.

Per contatti e informazioni:
mt@mauroagusgroup.it

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